Come aiutare il bimbo a inserirsi nella scuola dell’infanzia?

Come aiutare il bimbo a inserirsi nella scuola dell’infanzia?

Nel precedente articolo ci eravamo soffermati sul significato della separazione tra bambini e genitori che l’ingresso nella scuola dell’infanzia comporta. Si tratta di un momento delicato che può influenzare l’andamento in classe e la relazione del piccolo con voi genitori.

Bisogna adattarsi ad una situazione completamente nuova, con nuovi ritmi, altre abitudini! Non solo i piccoli possono reagire con alcuni classici sintomi psicosomatici (mal di pancia, di testa…) o con il presentarsi di paure e regressioni; anche i genitori possono riscontrare irritabilità e spossatezza.

Che fare? Non esiste un vademecum per l’inserimento perfetto, dal momento che non è possibile applicare in maniera rigida un protocollo di istruzioni a qualsiasi relazione genitori-bambino. Inoltre ogni scuola ha le sue regole e peculiarità che è buono conoscere per mettersi nella condizione di collaborare.

Tuttavia si possono tenere a mente piccole indicazioni di massima per valorizzare questo momento così delicato e renderlo meno ansioso sia per voi che per vostro figlio.

6 consigli per migliorare l’inserimento

Inserimento nella scuola dell'infanzia

1. Mostratevi coinvolti e appassionati per questa nuova esperienza

Una buona cosa è prepararlo un po’ alla volta, raccontando che sarà una bella esperienza, acquistando con lui l’occorrente per questa nuova avventura, visitando la scuola, conoscendo insieme le insegnanti. È importante abituarli a essere pronti per la campanella, svegliandoli già da qualche giorno prima a un determinato orario. Un altro aspetto da considerare è che a scuola i bimbi dovranno imparare a capire il significato delle regole, della condivisione, dell’aiutarsi reciprocamente e del dover rispettare le consegne dell’insegnante; per aiutarlo a gestire frustrazione e senso del dovere, potreste organizzare, a casa, piccoli momenti in cui il bimbo è invitato a svolgere compiti, ad aiutare nelle faccende domestiche, insomma a prepararsi alla dimensione dell’impegno.

2. Essere presenti

Andare con lui a scuola è utile per sperimentare pian piano la separazione. Il bambino potrà esplorare ma accedere ancora allo sguardo rassicurante del genitore, che indica che è tutto ok o avvicinarsi a lui per proteggersi e ricaricarsi.

3. Favorire un contatto emotivo con la propria casa e la propria famiglia

Lo si può aiutare a gestire la separazione anche consentendogli di portare un piccolo oggetto a lui familiare, un pupazzo, un braccialetto che avete comprato insieme, una foto che diventerà il talismano dai mille poteri nonché un ponte emotivo rassicurante con casa sua. La sfida più grande è il saluto: rassicurarlo che andrà tutto bene e che non vedete l’ora di riabbracciarlo dopo la scuola, gli permetterà di sentire la presenza e il calore della famiglia anche in assenza di questa.

4. Facilitare gradualmente il distacco

Se a scuola il piccolo richiede la partecipazione del genitore, è opportuno assecondarlo, per poi distaccarsi gradualmente, in modo che si interessi anche alle attività che fanno gli altri bambini e si lasci incuriosire dalla novità dell’ambiente. Collaborare con gli insegnanti, inoltre, è indispensabile per la buona riuscita dell’inserimento: il vostro bimbo capirà che non c’è nulla da temere, che l’insegnante non è un estraneo e che è possibile sentirsi al sicuro e trasferire l’affetto che vive a casa anche qui a scuola.

5. Rispettare i suoi tempi

È preferibile guidarlo ma non forzarlo. Ogni bambino è diverso dall’altro e ha propri tempi che devono essere rispettati. Se il bimbo comunica un certo malessere esprimendo il desiderio di restare a casa, è importante non sminuire i suoi vissuti ma accoglierli e normalizzare, ovvero spiegare che è tutto normale, che pian piano si abituerà e che anche i grandi alla sua età hanno provato queste cose. Molto spesso si cerca di minimizzare con frasi del tipo “ma come? Stai esagerando” nel tentativo di rassicurare oppure ci si arrabbia perché col suo comportamento vi sta rallentando la giornata. In questo modo, purtroppo, il bimbo non si sentirà compreso anzi potrà a lungo andare, smettere di aprirsi con mamma e papà per evitare di non essere compreso e sminuito.

6. Comunicare, comunicare, comunicare

Oltre ad ascoltare e a comprendere è importante aiutarlo a comunicare i sentimenti (Come ti senti? Cosa hai imparato di bello oggi?) a capire cosa ha fatto o non ha fatto. Dal momento che i bambini sono molto ricettivi alle espressioni emotive dei genitori, è buono cercare di trasmettere messaggi positivi e trovare con il piccolo soluzioni anche laddove il bimbo racconta di difficoltà e senso di disagio.

Non è il caso, dunque, di allarmarsi laddove dovessero presentarsi problematiche come sintomi psicosomatici, paure, regressioni che fanno parte di questo cambiamento e della nuova esperienza che vede coinvolto il bambino. Allo stesso modo non è opportuno per un genitore andare in ansia se il piccolo ha tempi di inserimento più lenti rispetto ad altri. Tuttavia se il senso di malessere del bimbo e di conseguenza le preoccupazioni dei genitori superano di gran lunga il periodo iniziale di inserimento allora vale la pena approfondire la situazione.

Per le difficoltà del bambino e dei genitori, in questo passaggio così delicato, puoi chiedere un aiuto concreto. Per info e appuntamenti puoi usare il modulo in basso o chiamare il numero 089 0977768:

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