Primo giorno di scuola: come gestire ansia e separazione

Primo giorno di scuola: come gestire ansia e separazione

Si avvicina il primo giorno di scuola dei piccoli e insieme all’inserimento compaiono alcune preoccupazioni da parte dei genitori. Se sei un genitore e stai leggendo questo articolo, non ti starai forse domandando:

Ma ce la farà? Sarà sereno? Chissà come affronterà questa nuova avventura!

Primo giorno di scuola

È normale.

Si sa, l’ingresso del bambino nella scuola dell’infanzia, comporta notevoli cambiamenti nelle abitudini del piccolo ma anche nei tuoi, soprattutto se sei la figura che gli è più vicino. Ma c’è anche un’altra cosa da non sottovalutare: la necessità di dover fare i conti con ansie da abbandono e sensi di colpa che in una qualche misura sbucano nei tuoi pensieri.

Cosa succede nella pratica?

L’inizio della scuola è un banco di prova per bimbo e genitore, il primo vero momento in cui si mette in atto una separazione. Ora tu e il tuo bambino potete sperimentare un importante distacco: è la prima volta che esce dall’ambiente familiare.

Durante l’inserimento, anche i bambini più vivaci e socievoli possono sentire la mancanza dei genitori, avvertire l’assenza della mamma, del padre e vedere la scuola come motivo di allontanamento da casa.

Spesso non si tratta solo di capricci passeggeri. Infatti, quando un bambino si sente profondamente angosciato per la separazione, può protestare o reagire con sintomi psicosomatici (mal di pancia, vomito, mal di testa…) mutismo, angoscia, paure che prima non aveva, pianti disperati, agitazione, comportamenti regressivi.

Psicologo per bambini a scuolaQuesto perché avverte che andare a scuola significa diventare grandi, e di conseguenza, non essere più l’unico, solo e assoluto interesse di mamma e papà. Sente che quella forte intimità che caratterizzava il legame con voi non è più esclusivo: riconosce che mamma e papà possono avere altri interessi, altri impegni, per cui protestare o star male, diventa un modo per restare a casa e essere sicuri di non venire dimenticati.

L’aspetto drammatico di una simile situazione è che più un genitore induce il figlio a frequentare la scuola, più può essere interpretato dal piccolo come una prova che vuole davvero liberarsi di lui, andando a confermare i suoi timori di abbandono.

Prima di questo importante distacco, il bambino ha un rapporto intenso con te: ti guarda e ritrova se stesso. Legge le tue espressioni e le usa come una bussola per orientare comportamento e decisioni di fronte a situazioni sconosciute. Ad esempio, se il tuo piccolo vede un oggetto nuovo, si mostra incerto, lo studia, lo osserva e poi cerca nelle figure a lui familiari un suggerimento, uno sguardo, un’indicazione su come comportarsi. Insomma, agirà spinto dalla novità di ciò che ha visto ma anche in base alle tue reazione.

Questo meccanismo è noto come riferimento sociale ed indica quanto l’atteggiamento delle persone con le quali il bimbo ha un profondo legame, indirizzi i suoi comportamenti.

Come funziona?

Se una mamma, un padre, una persona molto vicina al piccolo si mostra preoccupata, lui risponderà preoccupandosi; se si mostra serena, perché non c’è nulla da temere, anche il bimbo riconoscerà la tranquillità della situazione.

Proviamo a ricordare quando eravamo bambini anche noi: non ti è mai successo di sentirti spaventato o di avere una brutta sensazione rispetto a qualcosa e di scoprire, in seguito, che qualcuno delle persone a te care viveva lo stesso disagio? Io personalmente ricordo che avevo paura dei cani ma non era mia! Vivevo indirettamente una paura che aveva mia madre.

Ho voluto portare questo esempio personale perché a volte, noi adulti, riteniamo che le ansie del piccolo siano solo sue senza accorgerci che spesso siamo proprio noi a essere preoccupati rispetto ad una situazione e ad infondere queste apprensioni. E nel caso della scuola potremmo, non volendo, trasmettere il messaggio che non riuscirà a cavarsela.

Supporto psicologico per genitori

L’atteggiamento che abbiamo gioca un ruolo importante nel modo in cui poi il piccolo affronta l’ingresso. Pensiamo anche che con l’inserimento, cambiano tutti i suoi punti di riferimento. Pian piano dovrà trovare un nuovo equilibrio in un ambiente diverso, imparare a fidarsi delle persone che si prenderanno cura di lui e raggiungere passo dopo passo la sua autonomia e la capacità di stare a contatto con gli altri che non siano i familiari. Certo un bel compito!

Proprio per questo avrà bisogno che riponiamo fiducia in lui, nella sua capacità di far fronte alla situazione, per acquisire, a sua volta, la certezza di riuscirci.

È importante, perciò, non trasmettere le proprie preoccupazioni (i bambini assorbono come spugne le reazioni degli adulti di riferimento) e non spaventarsi se manifestano segni di stress, diffusi in questo periodo. Cura, premura, un pizzico di incoraggiamento, attenzione e capacità di mettersi in gioco insieme a loro, sono i punti importanti. D’altronde il regalo più grande che noi adulti possiamo fare ai nostri bimbi, è accompagnarli lungo il loro cammino e in questa avventura, allungare la mano quando serve e imparare a ritrarla quando è necessario insegnare loro a provarci da soli. Come dice la psicoterapeuta Alba Marcoli:

“il crescere comporta continue conquiste ma anche continui distacchi e separazioni, che sono mentalmente una delle cose più dolorose da tollerare per tutti e questi distacchi riguardano non solo i bambini ma anche i genitori”

Buon inizio a tutti!

Per le difficoltà del bambino e dei genitori, in questo passaggio così delicato, puoi chiedere un aiuto concreto. Per info e appuntamenti puoi usare il modulo in basso o chiamare il numero 089 0977768:

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