L’emozione (che a scuola) non ha VOCE: il mutismo selettivo

L’emozione (che a scuola) non ha VOCE: il mutismo selettivo

Ciao, come ti chiami?…. scena muta. E così per diverso tempo.

Conosco Giulia (questo è un nome di fantasia), per questo problema del non parlare all’asilo, che durava da molto tempo. Inizialmente si giustificava il suo stare in silenzio come l’espressione della sua timidezza e anzi si lodava il suo non creare disturbo; ma Giulia certo non disturbava, era semplicemente ammutolita: non rispondeva nemmeno a monosillabi,  si limitava a guardare chi le parlava spalancando gli occhi… in silenzio. La mamma mi diceva che per farsi capire usava le mani, i gesti deittici (indicare, puntare). Non una parola! Sembrava le costasse fatica aprire la bocca per produrre qualsiasi suono, perfino una risata. E questo non le dava nemmeno tante opportunità per socializzare con gli altri bambini che trovavano difficoltà a coinvolgerla.

Fuori dalla classe, però, Giulia era completamente un’altra bambina, quantomeno parlava.

Infatti non aveva alcun tipo di problema fisiologico che glielo impediva: Giulia ha un problema di mutismo selettivo.

Che cos’è il mutismo selettivo?

Questo fenomeno che colpisce i bambini alla scuola dell’infanzia e alle primarie, non è legato ad alcuna disfunzione organica o fattori legati allo sviluppo ma dipende da un forte stato emotivo legato all’ansia. 

Giulia voleva parlare, caspita quante cose aveva da dire, ma proprio non riusciva, o meglio non riusciva a scuola, per questo viene definito “selettivo”: non avviene ovunque ma in determinati contesti, ovvero quelli che più generano ansia, perché si è a contatto con persone estranee o perché ci si sente sovraccaricati di richieste. Il livello di prestazioni che il bambino è in grado di fornire senza sentirsi oberato è strettamente individuale. Se il mutismo si manifesta a scuola, è legittimo pensare che alle sue radici ci sia la paura della scuola. Non potendo non andare a scuola, Giulia si sottraeva interiormente a questa spiacevole sensazione smettendo di parlare.

Cosa fare in caso di bambini con mutismo selettivo?

Mutismo SelettivoÈ importante creare un clima sereno intorno al bambino e non forzarlo a parlare attraverso messaggi come “se non parli, io mi rattristo” o “se parli, ti faccio fare ciò che vuoi” che possono avere solo l’infelice conseguenza di incrementare un senso di ansia e di colpa. Si può coinvolgere il bambino nelle azioni che lo riguardano, alimentando l’autonomia nella cura personale e nelle faccende domestiche. Si possono invitare compagni a casa, lo si può rassicurare sul suo problema e incrementare in lui la fiducia in sè. Il punto su cui bisogna lavorare, infatti, non è tanto farlo parlare quanto ridurre l’ansia.

Il vero problema è questo e diverse possono essere le motivazioni alla base, spesso anche al di fuori della scuola dove poi il malessere si manifesta.

Il silenzio è solo la punta dell’iceberg, un sintomo di un disagio che può essere diverso da bambino a bambino e può assumere, di conseguenza, differenti forme e manifestazioni. Ogni bambino ha una propria storia, vive in una sua peculiare realtà familiare ed e all’interno di queste dimensioni che esistono le risorse per aiutarlo ad uscire da questo stato di blocco emotivo.

Non sminuire il suo problema è necessario per non fargli vivere ulteriori frustrazioni. Il bambino trae sicurezza e fiducia nel sentire intorno un clima sereno e capace di riconoscere e contenere il suo disagio, senza allarmarsi o creare eccessive aspettative. Il mutismo tende pian piano a ridursi ma è importante rispettare il tempo di cui necessita il bambino, placando l’ansia; la stessa che poi vivrebbe il piccolo, in maniera circolare.A volte il mutismo perdura fino all’adolescenza.

La psicoterapia può aiutare a risolvere le paure e le ansie nel bambino, aiutando anche i genitori a individuare e a correggere i fattori che predispongono e mantengono lo svilupparsi dell’ansia.

Il lavoro dello psicoterapeuta, inoltre, fa da collante tra i vari attori coinvolti nel processo di cura del bambino: genitori e insegnanti. La collaborazione è importante, soprattutto per i bambini molto piccoli che, non avendo ancora grandi risorse personali per risolvere da soli il proprio disagio, possono giovare molto dei cambiamenti che avvengono nei loro ambienti di riferimento.

Se noti che tuo figlio presenta dei comportamenti in linea con i punti sopra indicati, una valutazione più approfondita può aiutare lui e la tua famiglia a capirne di più e a risolvere eventuali disagi che altrimenti possono presentarsi in futuro in forme diverse. Per info e appuntamenti puoi usare il modulo in basso o chiamare il numero 089 0977768:

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