Coronavirus: come gestire le emozioni legate all’isolamento

Coronavirus: come gestire le emozioni legate all’isolamento

Ormai da qualche settimana, nelle nostre vite è entrato prepotente un virus subdolo. Il suo nome è Covid-19, ma tutti abbiamo imparato a conoscerlo come Coronavirus. Arrivato dalla Cina, ci ha costretti a ripensare alla nostra vita: più il contagio si diffonde, più crescono le misure di sicurezza. E tutti noi ci troviamo nelle nostre case, isolati. Costretti ad una quarantena che ha cancellato le nostre abitudini. Niente più caffè al bar, né pizze con gli amici. Niente più gite, viaggi, compere nei negozi. Niente tavolate coi nonni insieme ai nipotini. Sarà per un periodo limitato, certo. E la nostra vita presto la riprenderemo in mano. Ma non per questo dobbiamo sentirci in colpa, se proviamo ansia e paura.

Psicologia Coronavirus

Coronavirus e Psicologia: quali sono le nostre reazioni

Del resto noi italiani, a restare a casa, non siamo abituati. Per noi la vita è frenesia, è correre al lavoro, a scuola, allo sport dei bambini, la palestra e la corsa al parco, l’happy hour e la pizza della domenica. Amiamo la compagnia, giochiamo ad una vita piena. Ed essere costretti all’isolamento non è facile. Soprattutto se si vive soli, o se si è soliti incontrare molta gente. Ecco dunque che, come di fronte ad ogni novità, anche dinanzi il Coronavirus siamo passati da una prima fase di negazione: “è solo un’influenza un po’ più forte”, “non c’è nulla di male ad uscire un po’”.
Perché abbiamo reagito così? Un po’ per la confusione generale che i media (e le fake news) hanno generato. Un po’ perché siamo restii al cambiamento, e non amiamo sentirci dire cosa dobbiamo fare. E poi perché la nostra è una società (e una socialità) complessa, fatta di appuntamenti che si susseguono.

Dopo la negazione, in genere, arriva la fase della rabbia, quella che consegue la privazione della libertà. E la costrizione tra le mura domestiche, magari insieme a bambini nervosi per l’impossibilità di uscire. Infine, l’umore tenderà alla tristezza: ci si rassegna, si osservano le regole, ci si abitua a questo tempo lungo, alle giornate in casa, alle uscite solo per necessità. Ci si abitua a non baciarsi, a non abbracciarsi, a non stringersi la mano. Di norma, questa fase dovrebbe precedere la fase dell’accettazione: il momento in cui si trae ciò che di buono una situazione difficile può portare. Quella in cui si impiega il tempo in maniera costruttiva, per riscoprire la famiglia e viversi i propri hobby.

Tuttavia, non sempre le fasi le si vive in quest’ordine. E non sempre si arriva all’accettazione. A volte ci si ferma alla fase della tristezza, altre ancora alla negazione: c’è chi pensa che infrangere le regole non sia poi così grave, chi salvaguardia la salute sua e dei suoi cari ma non si cura del bene altrui. Infine c’è chi, pur rassegnandosi a questa vita sospesa, quasi in pausa, si fa sopraffare dall’ansia, dalla paura. Chi si sente costantemente in pericolo, guarda gli altri con diffidenza. Anche se, gli altri, sono le stesse persone con cui prima divideva il bancone del bar. Angoscia, frustrazione e impotenza si accompagnano alla confusione generata dai media, e ai segnali di malessere che il corpo manda.

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Come gestire ansia e paura durante l’isolamento

Come gestire, dunque, l’isolamento? Come evitare che si trasformi in una trappola psicologica? Prendendo coscienza del fatto che non puoi controllare ogni cosa. Che ci si può trovare immersi in un qualcosa di più grande, che non dipende da noi, di cui non siamo responsabili. È fondamentale restare calmi: fai lunghi e profondi respiri, concentrati sul qui ed ora. È l’unico sentimento davvero efficace. Cerca di cogliere quanto di positivo c’è nello stare in casa. Riscopri un tempo lento, più umano. Riprendi in mano un progetto che da tempo avevi accantonato, prenditi cura di te e della tua famiglia, metti in campo la creatività. Mangia alimenti semplici, evita il cibo spazzatura, fai esercizio fisico o meditazione in un angolo tranquillo della casa. Se lavori in smart working, vestiti come se dovessi andare in ufficio. Riscopri il tempo, riscopri te stesso.

L’emergenza sanitaria finirà, l’isolamento pure. Finirà la paura e torneranno gli abbracci. E ti troveranno magari un po’ diverso, un po’ cresciuto. Più consapevole, più focalizzato su ciò che davvero nella vita conta.

Se ti riconosci in una situazione come questa, effettuo consulenze online con whatsapp o presso il mio Studio a Salerno.

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