Litigare in modo costruttivo

Litigare in modo costruttivo

È opinione diffusa che litigare sia un elemento negativo in una relazione. Non è il litigio in sé qualcosa di negativo, se i contenuti possono essere un faro sui problemi nel tentativo di trovare delle soluzioni. La conflittualità, a volte, è l’ultimo segno tangibile che esiste ancora una relazione. Spesso, quando si rinuncia a litigare, è perché è venuto meno qualcosa, il motivo per cui farlo o perché è in atto una pace armata, una calma artificiosa pronta però ad esplodere da un momento all’altro e a distruggere tutto. Il litigio diventa un elemento nocivo per la coppia, per la famiglia, per le persone se è solo un modo per buttare fuori tensione, rabbia, frustrazione ma senza una reale intenzione di costruire qualcosa di diverso. Se è scontro, conflitto fine a se stesso. È nocivo quando ha solo un fine di evacuazione e non di ristrutturazione. Il litigio, quindi, in alcune modalità, avrebbe addirittura connotazioni positive, di assestamento e di consolidamento. Non è solo elemento di rottura ma anche punto obbligato verso un maggiore equilibrio o un modo per migliorare il rapporto.

Allora bisogna litigare tutti i giorni?

No, non è questa la conclusione giusta. Bisogna imparare a litigare per non covare dentro rancore che, nel tempo, rischia di danneggiare la propria salute e la relazione, per non esplodere come una bomba e per fare in modo che l’unione ne esca rafforzata e non indebolita.

Spunti per un litigio costruttivo

EVITARE LA CASCATA DEI PROBLEMI: se state litigando è perché è successo qualcosa che ha scatenato la lite. Bene. Anche se è solo l’ultima di una serie di problemi, è meglio discutere di un solo problema alla volta. Circoscrivere il problema, può limitare l’effetto a cascata, laddove da un punto ci si allarga mettendo in discussione tantissimi altri aspetti del rapporto, magari andando a toccare temi mai realmente affrontanti e risalenti a tanti anni fa. Ci sono due modi per divagare: tirare in ballo altre persone (parenti, amici: sei polemico come tua madre; frequenti persone della tua stessa stoffa); sconfinare nel passato.

TROVARE UNA SOLUZIONE: tante volte persone urlano, si dimenano ma non fanno l’unica cosa veramente importante per la soluzione di un problema. Trovare una via d’uscita. È facile mostrare la propria insoddisfazione e criticare tutto dell’altra persona ma è davvero l’unica via percorribile? Meglio fare proposte e trovare le domande giuste, che cercare colpevoli sui quali scaricare rabbia e frustrazione.

DISINNESCARE: se l’altra persona è troppo presa dalla rabbia per provare a fermarsi con voi e chiedersi cosa possiamo fare per funzionare meglio, aspettate che sbollisca e se necessario, abbandonate il campo. Non è un tirarsi indietro per paura ma un disinnescare consapevolmente una spirale di ostilità che renderebbe impossibile la comunicazione.

INIZIARE CON UN APPROCCIO MORBIDO: l’obiettivo deve essere esprimere il proprio disappunto, non colpire l’altro per il gusto di farlo soffrire, magari vendicandovi per quello che vi ha fatto penare. Le critiche e il dito puntato contro fanno mettere sulla difensiva, allontanando la reale possibilità di risolvere la situazione.

CERCARE DI CAPIRE IL PUNTO DI VISTA DELL’ALTRO: provare a mettersi nei panni dell’altro, decentrarsi dal proprio ruolo è un modo per provare a vedere la situazione anche da altri punti di vista e magari riesaminare la situazione alla luce di nuove considerazioni.

NON IGNORARE LE RICHIESTE DELLA PERSONA: molto spesso si continua a litigare perché si continuano a ignorare le richieste dell’altro.

COMUNICARE IN MANIERA CHIARA I PROPRI BISOGNI: in poche parole, imparare ad essere assertivi, ovvero essere capaci di riconoscere i propri bisogni e comunicarli con sicurezza. Non avere paura di esprimere ciò che si pensa è una grande conquista ed è indice di maturità affettiva. Più si è in grado di riconoscere i propri bisogni più si è in grado di farsi rispettare.

IMPARARE A RICONOSCERE I PROPRI ERRORI: è un atteggiamento maturo prendersi le proprie responsabilità senza incolpare o accusare solo l’altro se qualcosa non ci fa star bene.

MESSAGGIO “IO”: provate a partire da voi stessi, in prima persona, manifestando ciò che provate, le vostre sensazioni. Invece di “tu sei, tu hai fatto”, provate a restringere il campo alla situazione che disturba, esprimendo esattamente come vi sentite e cosa ritenete sia giusto fare per modificare la situazione. Esempio: Quando tu… (descrivere in modo corretto cosa ci ha dato fastidio), io mi sento… (descrivere le proprie emozioni), perché… ( descrivere il motivo delle proprie emozioni) e quindi ti chiedo (fare una richiesta pertinente di modifica del comportamento fonte di malessere).

Litigare in modo costruttivo è risolvere un problema; tutto il resto è vincere una battaglia contro l’altro, per se stessi! In questi casi l’obiettivo è solo spuntarla, averla vinta, mostrarsi più forti. Tutto questo può essere indice di una relazione immatura o di una relazione in cui non si gioca nella stessa squadra ma come due squadre avversarie, ognuna intenta a portare a casa il trofeo, con conseguenze più o meno disastrose per tutti. Trasformare un litigio da scontro armato a scambio di idee è, invece un possibile antidoto alla rottura delle relazioni.

In tutti quei casi in cui non si riesca, in autonomia, a portare avanti un litigio in maniera costruttiva, consiglio una consulenza psicologica, individuale o di coppia; io stessa effettuo consulenze online con whatsapp o presso il mio Studio a Salerno.

    Il tuo nome

    La tua email (richiesto)

    Telefono

    Il tuo messaggio


    Autorizzo il trattamento dei miei dati personali, ai sensi del D.lgs. 196 del 30 giugno 2003 (note legali)

    No Comments

    Sorry, the comment form is closed at this time.

    WhatsApp Chiedi una consulenza con WhatsApp!